Dal 20 ottobre 2012 al 17 marzo 2013 la settecentesca Mole Vanvitelliana di Ancona ospita nelle sue sale espositive una grande mostra antologica di Valeriano Trubbiani, "De rerum fabula", comprendente sculture, ambientazioni, disegni e pirografie, realizzate dagli anni Sessanta fino al primo decennio del Duemila. Curatore dell'antologica il professor Enrico Crispolti (con la collaborazione del professor Simone Dubrovic), critico e storico che ha seguito l'intera vicenda creativa di Trubbiani, presentandone già la prima mostra personale di sculture, a Venezia, nel 1962.
La rappresentativa ampia antologica è promossa dal Museo Tattile Statale Omero e dal Comune di Ancona, con il sostegno della Banca delle Marche, della Camera di Commercio di Ancona, della Unipol Assicurazioni e della Regione Marche. L'allestimento è curato dagli architetti Massimo Di Matteo (che ha già collaborato in più occasioni con lo scultore) e Mauro Tarsetti.
Nelle grandi sale della Mole Vanvitelliana la mostra è proposta secondo un percorso immaginativo di movenza teatrale, come una "laica rappresentazione", intitolata appunto "De rerum fabula", e si sviluppa in venti "scene", disposte secondo un asse cronologico, suddivise per i cicli tematici che hanno scandito la ricerca creativa dell'artista.
Ciascuna delle venti "scene" documenta in alcuni casi un ciclo di sculture riproposte per l'occasione in installazione ("Macchine belliche", "Aruspici", "T'amo pio bove", "Putti, giochi di mare, giochi di cielo", "Mare, Corazzate e Federico Fellini", "Città, Dimore, Turris"), oppure in altri casi vere e proprie installazioni ambientali (alcune memorabili, come "Stato d'assedio", "Le morte stagioni", "Ractus, ractus: stato d'assedio", "Il silenzio del giorno", "Turrita urbis pugnandi", "Colosseo"), mentre per allestire altre "scene" saranno utilizzati cicli di disegni (come quella per "Ciriaco de' Pizzecolli e la sua Ancona"), o anche pirografie (come quella per "Giacomo Leopardi").
In movenza appunto teatrale, la "laica rappresentazione" è introdotta da un "Prologo" e conclusa da un "Epilogo", con citazioni di "poetica" tratte da scritti dello scultore, nel tempo così come per ciascuna delle venti "scene".
Sono in totale 160 le opere esposte, fra sculture riunite in installazioni, componenti di ambientazioni, pirografie su legno e disegni, fruibili da parte di visitatori vedenti e non, che potranno quindi essere viste e toccate, come del resto tutte quelle ospitate nella ricca collezione permanente del Museo Tattile Statale Omero.
di Rossella Redazione