Il titolo, che prende spunto da un celebre standard jazz, è nato come omaggio al grande Romano Colombaioni il clown di Fellini un performer dimenticato troppo presto perché scomparso improvvisamente poco prima della inaugurazione del teatro Ambra Iovinelli a Roma nel 2003. Infatti attraverso un percorso comico grottesco e riflessivo, l'attore racconta con il corpo la danza e le canzoni e anche la recitazione le molteplici situazioni di vita di un uomo incastrato tra gli obblighi quasi schiavisti del lavoro e della fatica mentale e fisica, il tentativo di sognare altro da se è per se, e il desiderio di felicità anche breve e momentaneo per fuggire e vivere un altra vita.
Un tema quello della fuga non presentato come l unica possibilità ma come un tentativo continuo specie se aiutato dalla mitigatrice forza della musica. Ecco quindi che il testo teatrale si sviluppa, ed è questo ben chiaro, su un tappeto sonoro e musicale di altissimo profilo. Dagli standard jazz alone together cantati e suonati con la sua amata tromba tascabile da Marco Di Stefano e rielaborati in nuova forma dal pianista Antonio Ferdinando (fratello e collaboratore da molti anni del nostro), si passa per Around midnight, All of me, My funny Valentine, etc nonchè la musica iddish in una versione travolgente di Avremel e la canzone napoletana con la musica e i tanghi argentini di Malena e El dia che me quieras che coinvolgono tutto il pubblico in una fantasiosa danza .