La sevdalinka è un genere di canzone urbana tradizionale bosniaca di carattere amoroso.
Particolare mix di influenza turca,slava, mediterranea e della Spagna medievale attraverso gli ebrei sefarditi, nasce in un crogiuolo di culture,al pari della canzone napoletana, più di 500 anni fa e si sviluppa nella sua forma classica tra la fine dell’800 e la prima metà del XX secolo.
Ci sono diverse spiegazioni per la parola sevdah, le ipotesi vanno da una parola turca che indica l’amore, ad un termine di origine persiana che vuol dire malinconia, all’arabo “sawda”, bile nera. La sostanza accomuna il genere della sevdalinka ad altre canzoni d’amore e nostalgia che vanno dal fado alla canzone napoletana classica che in questo concerto viene appunto messa in relazione con questo genere.
C’è qualcosa di particolare che accomuna la cotogna di Istanbul - “Zute dunje” nella sevdalinka omonima - e il profumato limone di Sorrento, ambedue simboli di una identità fortemente legata alterritorio. Sevdalinka e canzone classica napoletana condividono l’identità urbana, l’uso colto della voce, l’emozione musicale, la particolare sequenza armonica, l’espressione di sentimenti semplici e raffinati attraverso l’unicità del sofisticato legame tra testo poetico e melodia.
Fortemente legate alla tradizione subiscono allo stesso tempo lente trasformazioni e modernizzazioni fino a tendere al blues e al jazz attraverso le reinterpretazioni di artisti quali Pino Daniele e Damir Imamovic .
In questo programma vengono presentate nella loro forma più classica, quasi ottocentesca - e non dai tradizionali saz e mandolino – restituendo ai due generi quel carattere di universalità che li rende così unici.